Mane’ era Emanuela nonna materna di Erika .
Questo era il nome che lei stessa avrebbe dovuto avere ma, come spesso accade nelle famiglie, motivi che vanno al di là del gradimento di un suono da associare ad una nuova vita che nasce, la scelta finisce per ricadere su Erika.
Il legame con questo nome e con la figura della nonna, accompagna la sua intera esistenza, anche attraverso sogni ricorrenti: la nonna rappresenta la parte più arcaica, femminile, materna.

La casa della nonna in Calabria in inizio estate, è un ricordo vivo, quella casa dai soffitti alti e dalle finestre con le zanzariere dalle quali entrava la luce del giorno, e poi le donne, tutte le donne della famiglia.
Donne del Sud, donne affaticate riservate ,donne che nascondono segreti che moriranno con loro…femmine però capaci di gesti che s’insinuano nel cuore e lì si radicano. Come quelli dolci e delicati di Mane’ che, seduta all’ombra delle acacie, si scioglie i capelli li intreccia e li raccoglie in quello chignon tanto caro alle donne meridionali, un rito da compiere con cura calma e seduzione.
L’ odore è ancora vivo nella memoria, parla di vite passate..